Acqui Terme. La Ciaccona in sol minore del bolognese Tommaso Antonio Vitali (1663-1745): del concerto la possibile gran sorpresa. Notissimo (ma forse apocrifo) questo brano per violino e basso figurato, al tempo (e anche oggi) in grado di assicurare popolarità ad un carneade (o poco più) della musica di inizio Settecento (assai lodato, però, come esecutore virtuoso, da Padre Martini). Quindi i due capolavori, le due pietre miliari "della camera", un dittico, oltretutto di quasi identica consistenza musicale (25 minuti circa): la Sonata n° 5 op. 24 in fa maggiore "Primavera" di Ludwig van Beethoven (1770-1827). E poi, per finire, di J. Brahms (1833-1897) la Sonata n° 1 op. 78 in sol maggiore. Questo il programma del concerto di venerdì 24 giugno in Santa Maria, il cui inizio è previsto alle ore 21.
Un "doppio concerto" non solo per il valore assoluto degli ospiti musicali - il M° Ranfaldi prima parte dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI a Torino, e il generoso Andrea Bacchetti, pianista genovese, già più volte ospite ad Acqui, e di ben meritata fama internazionale - ma doppio in quanto promosso dalle due rassegne musicali che di fatto "conducono" e governano il cartellone acquese.
Con l'appuntamento del 24 giugno il momento del passaggio del testimone, di una staffetta che si realizza tra "Antithesis" e "Musica in Estate".
E con una ulteriore suggestione, che lega l'ultimo concerto della stagione di primavera al quarto recital (quello del 29 aprile scorso), che vide due giovanissimi e promettenti musici del territorio - Simone Buffa e Giulia Sardi - che di Beethoven proposero un'altra sonata per piano e violino (quella in sol maggiore, op.30, n.3).
Quanto alle opere in esecuzione nel concerto Ranfaldi/Bacchetti, in Santa Maria, esse sono davvero capaci di evocare, in disco, celeberrimi sodalizi artistici. E quindi, davvero, per gustare a fondo il recital, nulla di meglio che riascoltare le interpretazioni di Martha Argerich e Gidon Kremer, o di Itzshak Perlman e Vladimir Ashkenazy.

Chi suona

Iniziato lo studio del violino con M. Ferraris, Roberto Ranfaldi ha poi seguito a Boston i corsi di E. Rosenblyth. Nel 1983 ha suonato, come solista, in tournée con la SchweizerStreichorchester di Engelberg (Svizzera).
Conseguito il diploma nel 1984 con il massimo dei voti presso il Conservatorio "A. Vivaldi" di Alessandria, si è perfezionato con C. Romano a Ginevra e presso l'Accademia Internazionale "L. Perosi" di Biella. Nel 1989 è entrato a far parte dell'Orchestra Sinfonica della Rai di Torino; di cui, dal 1995, è divenuto violino di spalla. Ha suonato con alcuni fra i più grandi direttori contemporanei, compiendo numerose tournée in Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Spagna, Stati Uniti e Svizzera. È stato invitato a collaborare come spalla da molte compagini, fra cui la Filarmonica della Scala, l'Orchestra del Teatro alla Scala, Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Svolge attività didattica presso l'Accademia Internazionale "L. Perosi" di Biella ed è spesso chiamato in qualità di componente di giurie di concorsi nazionali ed internazionali. In ambito cameristico, oltre all'attività legata ai gruppi strumentali dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, suona regolarmente - in duo con il pianoforte e in formazione da camera - con prestigiosi musicisti. Fra le incisioni discografiche, si segnalano un CD con musiche di Furtwaengler (Fonè); due CD, pubblicati da Videoradio, che propongono il Concerto Gregoriano di O. Respighi e Le quattro stagioni di Vivaldi (quest'ultima composizione interpretata nella doppia veste di solista e concertatore).
Suona un Evasio Guerrael 1923 e un Gennaro Gagliano ex Chumachenco del 1761.
Andrea Bacchetti, classe 1977, ancora giovanissimo ha raccolto i consigli di Karajan, Magaloff, Berio. Debutta a 11 anni a Milano nella Sala Verdi con i "Solisti Veneti" diretti da Claudio Scimone. Da allora suona più volte in festival internazionali e presso prestigiosi centri musicali, a cominciare dalla Konzerthaus (Berlino) alla Salle Pleyel (Parigi) e alla Gewandthaus (Lipsia). In Italia è stato ospite delle maggiori orchestre e di tutte le più importanti associazioni concertistiche. All'estero ha lavorato con numerose formazioni (Lucerne Festival Strings, Camerata Salzburg, RTVE Madrid, ONBA Bordeaux, MDR Lipsia, Kyoto Simphony Orchestra, e molte altre ancora).
Incide in esclusiva per Sony Classical e fra la sua ampia discografia sono da ricordare le Sonate di Cherubini (ottimamente recensite dalla Penguin Guide UK, Rosette 2010), il disco The Scarlatti Restored Manuscript che è risultato vincitore dell'ICMA 2014 nella categoria "Baroque Instrumental". Di Bach ecco poi le Invenzioni e Sinfonie (CD del mese della BBC Music Magazine - Settembre 2009 e The Italian Bach (CD del mese della rivista giapponese "Record Geijutsu", maggio 2014). Proficue sono state le collaborazioni con partner come R. Filippini, il Prazak Quartet, Uto Ughi, Quatour Ysaye, Yozuko Horigome e Rodney Friend.
A lui compositori come Vacchi, Boccadoro, Del Corno, fra gli altri, hanno dedicato brani di originale produzione,

La sonata n.1 op.79 per violino e piano

Sotto la pioggia con Johannes Brahms

Acqui Terme
. "Cade la pioggia, cade.../ E cadendo risveglia canzoni antiche,/ quelle cantavamo seduti sulla soglia/ mentre scendeva la pioggia/ Vorrei ancora ascoltare quelle canzoni...".
C'è la deriva dei frammenti di un canto, il Regenlied op.59. n.3, nella Sonata n.1, op. 79 di Johannes Brahms. Con versi base - ancora il lied 1872 - che son di Klaus Groth (e che risvegliano, per strani cortocircuiti, un poco la Carnia e il sole che si offusca, e le radure ombrose di Comune rustico di Carducci. Anche le date sono vicine: il musicista è a Portschach, sul lago alpino di Worth, Carinzia, luogo di magico idillio, tra estate 1878 ed estate 1879. Giosuè tra le montagne giunge sei anni dopo, nel 1885).
Creare nel tempo della vacanza, da questa e dalla natura ispirati, si coglie eccome.
E subito. Basti pensare alle parole di Clara Schumann, a caldo, ricevuta la sonata da Johannes, nel luglio 1879, e subito "collocati i fogli sul leggio" del piano.
"L'ho provata non appena l'ho avuta tra le mani: lacrime di gioia. Dopo l'incantevole primo tempo [Vivace ma non troppo], puoi immaginare la felicità quanto giunsi al terzo [Allegro molto moderato; un continuum di ondate di note e rallentamenti], con la mia melodia preferita: se dico "la mia melodia" è perché sono convinta che nessun altro essere possa provare la stessa emozione. Mi esprimo male, lo so, ma il cuore batte forte".
In mezzo un Adagio in cui c'è chi ha riconosciuto il cielo nuvoloso di Schumann (forse una marcia funebre sublimata?)
Tanta commozione, per pagine piene di poesia musicale, colme di dolcezza e tenerezza "in cui pare - la critica chiosa - si sorrida tra le lacrime". Eccoci, di nuovo, ad un richiamo che metaforicamente ci fa tornare al punto di partenza.
"Non occorre forzare troppo l'immaginazione (la lettura di J. Bruyr, Parigi, 1956, è senz'altro romantica) per avvertire in questa sonata la tiepida melanconia di una pioggerella di mezza estate, che porta con sé le speranze di un abbagliante arcobaleno". (E qui ci viene in mente la Sera fiesolana di Gabriele da Pescara). Un arcobaleno che ci sarà.
"In una sorta di oblio positivo termina questa sonata, generosa e concentrata, nobile e passionale: senza dubbio - così il Tranchefort - una delle opere più apprezzate dai melomani e dagli interpreti fra tutte le partiture di musica da camera.
Ecco questo il Brahms alla prova di Andrea Bacchetti e Roberto Ranfaldi, la sera del 24 giugno, in Santa Maria.
G.Sa

Tags: Acqui Terme, concerto, Musica