Domenica 15 aprile 2012

Dalle sale da concerto alla tivù
Bacchetti, il genio del piano
che ha conquistato l'Europa
Il pianista domenica 22 all'auditorium Verdi suonerà le «Variazioni Goldberg» di Bach
Anna Barina, Verona
Passa con disinvoltura dalle sale da concerto a fare da spalla a Piero Chiambretti, dagli spartiti di Mozart e Beethoven al pianoforte di uno dei più esilaranti show del piccolo schermo. Andrea Bacchetti è il divo della ta- stiera scelto tra i testimonial di Classical Music World, e il suo recital Domenica prossima alle 18 all'Auditorium Verdi della Fiera è uno degli eventi più attesi dell'intera manifestazione.
Classico ma non convenzionale, esattamente come recita il sottotitolo del nuovo salone delle sette note, nato a Genova trentaquattro anni fa, cor- poratura minuta e sguardo vivace nascosto da un paio di occhialini alla Cavour, Bacchetti è un esempio di come la musica «colta» possa essere proposta anche ad un pubblico eterogeneo come quello televisivo. Al "Chiambretti Night" è arrivato per caso: «Accompagnavo un'attrice per un provino da cantante e invece hanno preso me».
Bacchetti ha avuto il privilegio di essere diretto dal grande Pierre Boulez e di avere come pigmalione Luciano Berio.

Come è avvenuto il suo incontro con il grande compositore Berio?
«Penso sia stato il destino. Era il 1989, non avevo ancora compiuto dodici anni ed ero al Mozarteum di Salisburgo per un corso. Berio era lì come compositore residente e docente ospite. Fui scelto per il concerto finale dei migliori allievi, lui era in sala e volle conoscermi. Quando seppe che anch'io ero ligure mi propose di vederci e così ebbe inizio il nostro rapporto».

Quanto ha influito nel suo percorso artistico avere a fianco una guida così autorevole?
«Direi molto, ma in maniera diversa da quello che si potrebbe pensare. Berio ha sempre insistito affinché suonassi la sua musica, che per un bambino come me era certamente ostica da affrontare ma ha rappresentato l'emblema e lo specchio di uno stile esecutivo che altrimenti non avrei mai intrapreso. Lui è stato un maestro di vita, non solo di musica, quello che più mi affa- scinava era la sua figura di filosofo e di pensatore che guarda il mondo a tutto tondo. Mi ha lasciato un'impronta indelebile, l'oggettività nell'interpre- tazione, il tocco che contrasta assolutamente con il pianoforte romantico; ancora oggi quando suono Debussy penso a lui e a quello che mi diceva».

Cosa rappresenta per lei la musica classica?
«È la spinta a cercare e scoprire emozioni sempre nuove in un ideale "crescendo" continuo. E' capire, interpretare, approfondire attraverso la cultura di oggi il pensiero dei grandi compositori e interpreti che ne hanno fatto la storia. Scegliere di eseguire il repertorio classico significa però anche innovare, rischiando talvolta di andare contro corrente».

Lei è uscito dai circuiti canonici arrivando ad un pubblico vasto ed eterogeneo attraverso la televisione. Crede che possa essere un modo per strappare alla classica l'etichetta di genere d'élite?
«In parte sì, anche se penso che per ottenere un effetto significativo in tal
senso la musica classica dovrebbe avere molto più spazio nella pro- grammazione della televisione».

Come ricorda l'esperienza al Chiambretti Night?
«È stata più che altro un'avventura divertente. Ho conosciuto e accom- pagnato al pianoforte molti perso- naggi famosi, in particolare l'ho fatto con piacere con Ornella Vanoni, una grande artista con una voce incredibile».

C'è qualche genere musicale che proprio non le piace?
«Amo tutta la musica, da Bach a Berio ma anche il grande jazz e la canzone d'autore italiana ed internazionale. Non sopporto - ma non l'ascolto nemmeno - quella dove la melodia è sostituita dal rumore».

Lei si esibirà nella città dell'Arena, uno dei templi mondiali della lirica. Quale è la sua opera preferita?
«Senza dubbio "Tosca", adoro Puccini e le sue armonie quasi carnali. La versione che ascolto con maggior piacere è quella diretta da Victor de Sabata con Maria Callas nel ruolo della protagonista».

Cosa suonerà a Classical Music World?
«Interpreterò le "Variazioni Goldberg" di J.S. Bach, un inarrivabile monu- mento sonoro. Bach è la grammatica delle note, la morbidezza e la spiritualità della sua musica è immensa e appagante sia per chi la suona che per chi la ascolta. Sto preparando anche un bis, ma sarà una sorpresa».