The Scarlatti restored manuscript
La Tastiera Italiana, volume IV. Andrea Bacchetti, pianoforte
Pubblicato da Vesna Maria Brocca il 02 luglio 2013 in Recensioni


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Vesna Maria Brocca
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Andrea Bacchetti esegue al piano dieci sonate scelte tra 150 (in origine per cembalo) del grande compositore napoletano Domenico Scarlatti, leggendole direttamente dalla preziosa partitura manoscritta, recentemente restaurata e tutt'oggi conservata nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.
Si tratta di virtuosismo strumentale barocco per tastiera. All'ascolto si rintraccia qualche elemento dell'opera italiana coeva, ma essenzialmente è musica per tastiera. Per un virtuoso.
Non stiamo parlando di un'edizione critica, bensì di un'attenta lettura hic et nunc, o più semplicemente quasi "a prima vista" del codice scarlattiano appartenuto in prima battuta ai Reali di Spagna e Portogallo ed in seconda al noto Carlo Broschi, detto Farinelli.
Un'esecuzione destinata a perire senza l'incisione di Sony Classical Italia che ha esteso i propri orizzonti con il progetto titolato "La Tastiera Italiana", nato con l'intento di recuperare, restaurare e lanciare nel mercato discografico la prima incisione assoluta dei manoscritti dei grandi Maestri del Settecento italiano, il tutto in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e il contributo di Banca Carige.
Sempre con il pianista genovese alla tastiera sono già stati incisi tre volumi, dedicati rispettivamente a Luigi Cherubini, Baldassare Galuppi e Benedetto Marcello.
L'ultimo nato in casa Sony è questo quarto volume che offre la possibilità di far rivivere, musicalmente parlando, questa nuova edizione dalle fonti manoscritte a cura di Andrea Bacchetti e Mario Marcarini, che annovera le seguenti sonate per cembalo:


Sonata in Do minore K174
Sonata in Sol maggiore K171
Sonata in Re minore K176
Sonata in Do maggiore K170
Sonata in Mi maggiore K162
Sonata in Re maggiore K164
Sonata in La minore K149
Sonata in Si bemolle maggiore K154
Sonata in La minore K148
Sonata in Si bemolle maggiore K172

«Scarlatti, racconta Andrea Bacchetti, ha una grafia pulita da sembrare quasi stampata, un vero regalo rispetto ai compositori precedenti come Marcello dove si è reso necessario trascrivere il manoscritto. L'emozione di fondo scaturita dall'esecuzione di Scarlatti è che il compositore napoletano non dà mai "bidoni", è tutta musica di altissimo livello artistico (oltre 500 sonate).
Il messaggio veicolato è quello proprio della grande musica che non ha parole e non ha tempo. Il linguaggio di Scarlatti, seppur virtuoso, è accessibile a tutti, mentre la musica contemporanea non lo è, bisogna conoscerne il linguaggio. Qui, invece, la musica con il suo significato è accessibile ai più al primo ascolto, senza l'obbligo di applicarsi per decifrarne il significato nascosto tipico della contemporaneità».


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