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ALESSANDRO VACCARO
LA VOCE cristallina e versatile di Antonella Ruggiero, il pianoforte dell'istrionico Andrea Bacchetti e le suggestioni notturne di Paestum. Tre magici ingredienti per il concerto in programma stasera dalle 21 davanti alla Basilica, nell'area archeologica in via Magna Grecia (biglietti da 3,50 a 7 euro, incluso l'ingresso al parco; gratis fino a 18 anni; info 0828 811 023). Lo spettacolo rientra nella rassegna "Musica ai templi", una delle iniziative in calendario a settembre tra gli scavi e il museo. Prossimi appuntamenti: domani dalle 8.30 alle 21.50 nella sala Cella la mostra "Possessione - Trafugamenti e falsi di antichità a Paestum". Domenica varie iniziative: ingresso gratuito su iniziativa del ministero dei Beni culturali, il tour di Legambiente e Circolo Freewheeling con partenza alle 16.30 dal tempio di Atena, i laboratori didattici al museo per ragazzi e le passeggiate tra i templi fino a mezzanotte.
Signora Ruggiero, è la prima volta che si esibisce a Paestum?
«Sì. La storia e l'imponenza del luogo mi affascinano da sempre. Offrono emozioni che ben si sposano con le mie canzoni, "vestite" per l'occasione dalle sonorità d'altri tempi, a volte un po' azzardate, del pianista Andrea Bacchetti che è un virtuoso della classica. Il nostro è uno scambio di mondi musicali, molto più rigoroso il suo».
Ha in serbo un omaggio a Napoli?
«Potrebbe esserci una sorpresa. In passato ho eseguito brani intramontabili come "Voce 'e notte", "Munasterio 'e Santa Chiara", "Santa Lucia luntana", ma sono solo briciole rispetto a un repertorio prezioso e sconfinato che mi piacerebbe riscoprire, anche attraverso lo studio di testi e autori poco conosciuti dal pubblico. È un progetto di ricerca che ho in mente da tempo».
Potrebbe concretizzarsi in un disco?
«Forse un giorno, chissà... Non vorrei realizzare un semplice album di cover o creare un lavoro superficiale e impreciso, ma avvicinarmi alla musica e alla poesia di Napoli con delicatezza, attenzione e profondo rispetto. L'ideale sarebbe farlo con la collaborazione di mandolinisti e chitarristi classici e l'impiego di strumenti antichi».
La sua carriera inizia nel 1975 con i Matia Bazar, che abbandona dopo 14 anni. Come mai?
«Ho sempre puntato sulla sperimentazione sonora, sul desiderio di scegliere ogni volta strade diverse, a tratti impervie, pur di soddisfare la mia curiosità di artista. Ho preferito non essere una macchina al servizio delle case discografiche. Nel 1996, dopo sette anni di silenzio e tanti viaggi, ho cominciato a lavorare da solista con colleghi di ogni provenienza, dal jazz alla lirica fino alla musica tradizionale sacra».
Cosa le riserva il futuro?
«Un album con Bacchetti. Farà da eco al nostro concerto e sarà disponibile in autunno per la Sony Classical».
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L'INTERVISTA
"L'imponenza del luogo mi affascina e offre emozioni che si sposano con le mie canzoni, forse farò un omaggio a Napoli"

VOCE
Antonella Ruggiero si esibisce all'ombra dei templii per la prima volta