La cosa che ricordo con maggiore emozione del Festival di Cervo è il sagrato della chiesa dei Corallini, quando scende la sera e l'atmosfera diventa magica, quasi fosse un'orchestra della natura.
Il pubblico, che arriva numeroso ma ordinato, comprende molti turisti stranieri, sempre sensibili alla buona musica. Un clima da grande evento, un'emozione che scorre nelle vene e dà i brividi alla schiena. Il mare, là sotto, crea un sottofondo straordinario... una situazione unica che non si può vivere in un teatro, per quanto importante e prestigioso. Arriva il momento di iniziare... la paura fortissima ti attanaglia. Ma il pubblico seduto a ridosso del palcoscenico, sulla scalinata della chiesa, ti circonda, quasi ti abbraccia... e ti infonde coraggio.
Con le mani che tremano, ti siedi al pianoforte e ti guardi intorno: adrenalina al massimo. Per fortuna, arriva in tuo aiuto Bach, il padre della grande musica: la profondità del suo pensiero ti trascina e improvvisamente ti senti come illuminato e la concentrazione si sostituisce alla paura. Le note scorrono come d'incanto... seguono Brahms, Beethoven, Debussy e Chopin. La musica sembra dialogare, nel silenzio assoluto, con il sottofondo delle onde che si frangono sulla spiaggia. I colori ti circondano, i profumi inebriano i sensi, mentre l'eco del pianissimo che sale al cielo intercalato dal virtuosismo e dalla poesia della musica che pare sia stata composta proprio sul muretto del sagrato: la senti ondeggiare, arricchirsi e fondersi con il colore del cielo e del mare, che sembra non finire mai.
Un'esperienza bellissima, che mi è rimasta dentro, indelebile, e che il pubblico ha dimostrato di gradire, di aver capito e condiviso, emozionandosi a sua volta, trascinato da un contesto straordinario e irripetibile.
"La natura che suona con il pianoforte... e io che sto lì a guardare... indimenticabile. Grazie Cervo!!!"

Andrea Bacchetti